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I Nas: le irregolarità più frequenti nelle farmacie che fanno tamponi

11 Febbraio 2022

Gazebo improvvisati, mancata sanificazione, personale non abilitato al prelievo diagnostico, kit per i test non omologati, mancanza di camici. Sono le irregolarità riscontrate più spesso nelle farmacie durante la campagna di controlli condotta dai Nas nelle settimane scorse secondo quanto racconta all’Agenzia Dire Dario Praturlon, maggiore del Comando generale di Roma. «I controlli» spiega l’ufficiale «miravano a verificare che i soggetti sottoposti a tampone antigenico rapido fossero correttamente identificati, al fine di evitare i raggiri che sempre più spesso ci venivano segnalati. In particolare, i non vaccinati che grazie all’esito positivo di un test covid fatto da altri ottengono il green pass».

Diverse farmacie, prosegue Praturlon, erano solite effettuare test senza richiedere alcun documento di identità ma solo il codice fiscale. «Ne avevamo avuto sentore sin da subito» osserva l’ufficiale dei Nas «e anche se non ci sono norme né sanzioni per chi non accerta l’identità abbiamo ritenuto indispensabile intervenire perché c’era una falla del sistema. Abbiamo pertanto condotto alcune indagini e quindi siamo partiti con i controlli».

Le farmacie che omettevano la verifica sono state segnalate alle Asl di competenza, con l’invito a intervenire mediante diffida o anche revoca dell’autorizzazione al servizio tamoponi. Ma nel corso dei controlli, come riportato ieri in una nota dei Nas ampiamente ipresa dalla stampa, sono emerse altre irregolarità: «Gazebo improvvisati, mancata sanificazione, personale non abilitato al prelievo diagnostico, kit per i test non omologati, mancanza di camici e altre criticità che possono aumentare il rischio di diffusione del contagio» spiega Praturlon. Poi ci sono i casi di farmacisti sorpresi al lavoro senza green pass o anche già sospesi dall’ordine. «Sulla base di questo tipo di irregolarità sono state avviate ulteriori indagini, ancora una volta su tutta Italia» continua l’ufficiale «abbiamo allertato anche gli ordini professionali che ci hanno aiutato anche in questa prima fase di indagine».

Diversi i casi sconosciuti agli stessi ordini, anche perché, spiega il Maggiore, «nelle farmacie private il controllo sul possesso del green pass è effettuato dal titolare della farmacia; i farmacisti che lavorano nel pubblico, invece, sono controllati dalle Asl».

Alla fine, il numero delle irregolarità riscontrate dai Nas non è eccessivo: 1.360 farmacie e centri di analisi controllate in un mese di ispezioni, 282 violazioni, 21 punti tampone gestiti da farmacie sottoposti a chiusura. Ma, osserva Praturlon, non si può minimizzare. «In questi ultimi due mesi la maggior parte delle persone ha fatto il test rapido anziché il molecolare, occorre quindi che i risultati degli antigenici effettuati dalle farmacie siano sempre affidabili e seri. I Nas lavorano non solo sui controlli a campione ma sulla base di un substrato informativo, un’intelligence fatta sul territorio».

Tra tutte le irregolarità, in particolare, la più grave è rappresentata dall’uso di campioni non omologati. «Sono 677 quelli sequestrati» precisa Praturlon «ma questo si somma alla superficialità degli operatori che facevano i tamponi senza sanificare, in locali promiscui e senza camice o per giunta con camici sporchi. Questa indagine è quindi la base investigativa per altre verifiche che abbiamo già avviato».