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Riclassificazione Aifa, Martini: vanno preservati sconti confidenziali

27 Marzo 2024

Ci saranno glifozine e incretine, cioè Sglt-2 e Dpp IV, nella riclassificazione da A-pht a convenzionata che l’Aifa dovrebbe varare a giorni in ottemperanza a quanto prevede la Legge di bilancio 2024 a proposito di ridimensionamento della distribuzione diretta. Perché le amministrazioni regionali recepiscano a loro volta il provvedimento dell’Agenzia, però, è «ineludibile» che assieme alla lista dei farmaci da riclassificare sia previsto «un meccanismo per cui le aziende farmaceutiche continuano a versare alle Regioni le scontistiche oggi praticate sugli acquisti diretti, per esempio attraverso una sorta di payback mensile». Lo ha detto Nello Martini, presidente della fondazione Ricerca e Salute, nel webinar organizzato ieri da Farmacieunite per fare il punto sulla nuova remunerazione delle farmacie, in vigore dall’inizio del mese e ancora da completare proprio con la riorganizzazione di prontuari e canali distributivi.

«Abbiamo voluto questo incontro» hanno spiegato in apertura Federico Conte, presidente di Farmacieunite, e Alessandra Forgiarini, referente di Farmacieunite-Assofarm per il Friuli Venezia Giulia «perché ritenevamo fosse importante fare maggiore chiarezza sul tema in vista dei provvedimenti che si attendono dall’Aifa riguardo a prontuario e distribuzione dei farmaci».

Nel suo intervento, così, Martini ha passato in rassegna i punti chiave della nuova remunerazione. Una riforma, ha avvertito, che avrebbe dovuto essere sposata dalle farmacie già da tempo, dal 2006 per essere precisi visto che è quella l’epoca in cui il tema venne posto ufficialmente sul tavolo (da Assofarm, per essere precisi). Sono state perse delle occasioni e oggi – anziché giocare d’anticipo – si può solo cercare di recuperare: nel 2010 il rapporto tra spesa convenzionata e spesa per gli acquisti diretti era 60 a 40, oggi è di 30 a 70.

Ma la nuova remunerazione in vigore dall’inizio del mese, ha avvertito Martini, è soltanto un primo passo, «perché sgancia soltanto in parte la retribuzione del farmacista dal prezzo del farmaco rimborsato». Per azzerare del tutto la convenienza della distribuzione diretta e quindi fare davvero in modo che tutti i farmaci passino dalla convenzionata, ha detto Martini, occorre che le farmacie passino allo stesso genere di retribuzione con cui sono pagate per la dpc, ossia una quota fissa a scatola e nient’altro.

Di conseguenza, la riclassificazione che l’Aifa dovrebbe varare entro fine mese per riequilibrare i pesi tra diretta e convenzionata avrà necessariamente prospettive limitate: «In base alle previsioni» ha spiegato Martini «la spesa di fascia A dovrebbe avere chiuso a fine 2023 con un avanzo di 600 milioni di euro; questo è quindi il parametro all’interno del quale l’Aifa prenderà le sue decisioni, per evitare che altrimenti la convenzionata chiuda il 2024 con uno sfondamento».

Secondo Martini, quindi, l’intervento per cui l’Agenzia opterà riguarderà i farmaci delle due note 97 e 100, con lo spostamento in fascia A di glifozine e incretine. Una riclassificazione che vale, in termini di spesa Ssn, circa 370 milioni di euro.

Attenzione però: come aveva avvertito la responsabile del Servizio farmaceutico del Veneto, Giovanna Scroccaro, intervenendo due settimane fa al convegno del ministero della Salute sulla riorganizzazione della diretta, le Regioni recepiranno il provvedimento dell’Aifa soltanto se sarà loro garantita la preservazione degli sconti “confidenziali” di cui oggi beneficiano con le gare d’acquisto. Una condizione, ha detto ieri Martini, che può essere rispettata se l’Agenzia, assieme alla lista dei farmaci da riclassificare, impartirà una disposizione che obbliga le aziende a mantenere gli sconti alle Regioni anche se il canale distributivo è quello della convenzionata, magari attraverso un meccanismo di payback (che quindi non inciderebbe sui margini della filiera, ndr) a cadenza mensile. «Ma il mio sogno» ha aggiunto l’ex dg dell’Aifa «è che si arrivi finalmente al superamento dei due tetti di spesa per averne uno soltanto, cosa che renderà tutto più semplice».

Martini non è andato oltre, ma è immaginabile quale sia il punto di approdo: un sistema in cui i due canali di vendita della dd-dpc e della convenzionata si fondono in uno solo dove ad acquistare tutto sono Regioni (con gare e sconti confidenziali) e a distribuire provvedono le farmacie in cambio di una quota fissa a scatola. E nient’altro.