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Tetto acquisti diretti, Donini (Emilia Romagna): nel 2024 ci costerà 500 mln

17 Gennaio 2024

Il finanziamento assegnato alla Sanità dalla Legge di Bilancio per il 2024 rimane al centro di un dibattito politico che annovera le farmacie tra il pubblico interessato: con la Manovra, infatti, il tetto della spesa farmaceutica convenzionata è stato abbassato di due decimi di punto (dal 7 al 6,80% del Fondo sanitario) e l’interrogativo da sciogliere è se le risorse risultanti basteranno a finanziare quello spostamento di farmaci dalla diretta alla dpc/convenzionata che la stessa Legge di Bilancio prescrive in abbinamento alla nuova remunerazione.

Federfarma nazionale, che sulla questione professa ottimismo, ha ricordato più volte nelle settimane passate che nel 2024 il Fondo sanitario aumenta di tre miliardi di euro, di cui beneficerà a cascata anche il budget della spesa convenzionata. I dubbi però permangono e anzi aumentano alla luce delle dichiarazioni rilasciate ieri dall’assessore alla Salute dell’Emilia Romagna, Raffaele Donini: in risposta a un’interrogazione consiliare, il responsabile della sanità regionale ha affermato che i governatori si stanno preparando «con angoscia» ad affrontare il riparto del Fondo sanitario nazionale 2024, perché «il fondo è incapiente e saremo attaccati ad ogni euro».

Secondo quanto riferisce un lancio dell’agenzia Dire, in particolare, Donini ha affermato che i tre miliardi in più stanziati dal Governo «sono a saldo zero, perché 2,5 miliardi sono vincolati ai rinnovi contrattuali (del personale sanitario, ndr)». Ce n’è anche sulla spesa farmaceutica: per Donini l’innalzamento del tetto degli acquisti diretti (che assorbe i due decimi di punto tolti alla convenzionata) «costerà 500 milioni di euro», dunque le risorse in più sarebbero già impegnate.

Non sono valutazioni incoraggianti, soprattutto se si considera che è proprio dall’Emilia Romagna che dovrebbe arrivare lo spostamento da diretta a dpc-convenzionata più consistente, visto quanto la Regione punta attualmente sul canale alternativo rappresentato da Asl e ospedali. E invece, dice Donini, «Anche sul 2024 dovremo cercare una gestione la più oculata possibile per chiudere in pareggio, come abbiamo fatto nel 2023». Chissà che cosa significherà questo per la farmaceutica.