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Tracciatura europea dei medicinali dal 2025, la filiera: bollinatura superata

14 Luglio 2023

Con la dematerializzazione delle ricette il bollino adesivo di cui sono fornite le confezioni dei farmaci con e senza ricetta «è uno strumento ormai superato» e quindi da eliminare. Lo scrivono le sigle della filiera farmaceutica (Farmindustria, Egualia, Aip – Associazione titolari di autorizzazioni all’importazione parallela, Federfarma, Assofarm, Federfarma Servizi, Adf e Assoram) nella proposta inviata martedì (11 luglio) al minis6tero della Salute in merito al prossimo ingresso dell’Italia nel sistema di tracciabilità europeo anticontraffazione, già in vigore dal 2019 in tutti gli Stati Ue eccetto noi, Belgio e Grecia.

Come si ricorderà, il nostro Paese dovrà entrare nel sistema non oltre il febbraio 2025 ed è proprio in vista di tale appuntamento che le sigle del comparto hanno inviato al Ministero una proposta in cui sono riassunti i “desiderata” della filiera. Da qui al 2025, è la premessa da cui scaturisce il documento, andranno definite una serie di scelte, non solo tecniche, con cui governare la transizione a un sistema di tracciatura del tutto differente da quello attualmente utilizzato.

La differenza più evidente riguarda, per l’appunto, la fustellatura: nel sistema europeo l’identificazione delle scatole è affidato a codici tipo datametrix (Qrcode, per intenderci) stampati direttamente sulle confezioni, senza strati adesivi distaccabili. Questo perché la tracciatura europea mira soltanto a ostacolare la contraffazione dei medicinali, non a seguirne il flusso ai fini della rendicontazione economica.

Il passaggio al nuovo sistema dovrebbe decretare il tramonto definitivo della bollinatura con fustelle adesive del Poligrafico dello Stato, ma l’idea di dover rinunciare ai proventi che tale produzione assicura (grazie ai soldi dell’industria) sta creando qualche mal di pancia negli ambienti della Zecca e delle Finanze.

È dunque in questo clima che le sigle della filiera hanno ritenuto opportuno uscire allo scoperto con una proposta che punta a evitare soluzioni di compromesso. Per «avviare il nuovo sistema di tracciatura dei medicinali in linea con le disposizioni comunitarie» si legge nel documento «si conferma la necessità di eliminare il bollino, sia perché mantenere un doppio sistema di verifica comporterebbe un notevole aumento dei costi a carico delle Aziende riducendone la competitività a livello internazionale, sia perché con lo sviluppo della ricetta elettronica il bollino è uno strumento ormai superato».

L’indicazione, quindi, è di allinearsi al sistema europeo e adottare, per le confezioni dei farmaci con obbligo di ricetta, un Qrcode a stampa contenente Codice prodotto, Numero di serie, Numero del lotto, Data di scadenza e Aic (numero di rimborso nazionale). «I dati» precisa il documento «saranno inviati dalle aziende e dai distributori paralleli all’Hub europeo, che li trasmetterà al sistema italiano (Nmvs), al quale il ministero della Salute avrà accesso».

Il numero identificativo univoco, continua il documento, «si presta a sostituire il bollino anche ai fini della rimborsabilità e della ricetta elettronica». Tutti i soggetti attualmente previsti dalla normativa in materia, «continueranno infatti a inviare al Nsis i dati relativi alle quantità movimentate e alla fatturazione». A oggi, infatti, tali dati «non sono collegati al bollino ma sono reperiti dal Ministero attraverso il flusso della tracciabilità».

Anche per i farmaci senza obbligo di ricetta, che non sono c9involti dal sistema di tracciabilità europeo, la richiesta della filiera è quella di “pensionare” la bollinatura del Poligrafico. Al suo posto, si può ricorrere alla stampa sulel confezioni di Qrcode simili ai precedenti, contenenti però soltanto Aic, Numero di lotto e Data di scadenza. «Tali dati» scrivono le organizzazioni della filiera, «dovranno essere anche stampati in maniera leggibile sulla confezione. Non è stata prevista l’assegnazione dell’identificativo univoco delle singole confezioni al fine di evitare alle aziende ulteriori investimenti infrastrutturali».