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Aifa: in sei mesi ricette -7,5%. Gli effetti perversi del riequilibrio dei tetti

25 Novembre 2020

Il primo lockdown, quello che ha costretto gli italiani a casa da marzo a metà maggio, è costato alle farmacie del territorio un crollo del 7,5% nelle ricette prescritte dai medici nei primi sei mesi dell’anno. E’ il dato-choc che arriva dal report dell’Aifa con i numeri della spesa farmaceutica pubblica aggiornati a giugno: se ad aprile le ricette Ssn si erano ridotte dell’11,3% (FPress ne aveva già riferito in questo articolo), a maggio la contrazione arriva al 22,3% e il mese successivo si assesta al -6,3%. Ne risulta una media sul semestre del -7,5%, cui corrisponde un calo della spesa convenzionata netta del 2,9% (soltanto a maggio, la caduta era stata di oltre il 18%).

 

 

A livello regionale gli andamenti mostrano variazioni anche consistenti dalle medie nazionali. In Lombardia, per esempio, la convenzionata evidenzia nel semestre addirittura una lieve crescita (+0,7%), in Piemonte, Marche e Lazio cala invece con valori attorno al -6%.

 

 

E’ invece generalizzato il calo semestrale delle ricette, che rivela i valori più contenuti in Sardegna (-2,6%) e i più gravi nelle Marche (-9,9%), in Abruzzo (-9,2%) e in Piemonte (-9,1%).

 

 

Al giro di boa del primo semestre, di conseguenza, la spesa farmaceutica convenzionata si assesta a poco più di 4 miliardi di euro, per un avanzo sul tetto programmato (7,96%) di quasi 670 milioni. E’ una cifra che inviterebbe a definire indolore l’eventuale taglio di 800 milioni di euro prospettato dalla Legge di bilancio con il riequilibrio dei tetti (che abbasserebbe la convenzionata al 7,30%), ma a livello regionale la realtà è molto più sfaccettata: Lombardia, Campania, Puglia, Calabria e Abruzzo, infatti, riescono a consumare quasi tutto il budget della convenzionata ma senza sfondare, con evidenti benefici per le farmacie del territorio. Le altre sono già oggi sotto al 7,30% (il tetto ipotizzato dalla manovra del Governo) ma Emilia Romagna e provincia autonoma di Bolzano gravitano addirittura attorno al 5%.

 

 

Si fa così evidente l’effetto perverso che deriverebbe dal taglio del tetto alla convenzionata: le Regioni che spendono in massima parte il budget oggi attribuito alla convenzionata saranno spinte a ridurre la spesa e quindi penalizzare le farmacie del territorio; quelle che già oggi stanno ben sotto l’ipotizzato tetto del 7,30% non avranno alcun motivo per incrementare la spesa farmaceutica che va alle farmacie ma anzi continueranno a comprimerla, per ottenere di anno in anno nuove sforbiciate alla convenzionata.