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Antibiotici, Fofi raccomanda le nuove linee guida del Nice su mal di gola

1 Febbraio 2018

In caso di tonsilliti, faringiti o laringiti, il ricorso agli antibiotici dovrebbe essere limitato soltanto ai casi più severi, mentre negli altri andrebbe preferito l’uso di farmaci di uso consolidato come paracetamolo e ibuprofene. E’ quanto raccomandano le nuove linee guida del Nice, il servizio sanitario bitannico, per il trattamento delle infezioni della gola. Pubblicate nei giorni scorsi, le raccomandazioni sono state riprese ieri dalla Fofi in un comunicato che ricorda la minaccia dell’antibioticoresistenza. «Nel momento in cui il timore per la diffusione dei batteri resistenti agli antibiotici suscita un giustificato allarme» ricorda il presidente della Federazione degli ordini, Andrea Mandelli «è bene ripartire, per così dire, dai fondamentali».

Ma che cosa dicono le linee guida del Nice? In sintesi, l’indicazione è quella di impostare il trattamento in strettissima correlazione con i sintomi: se si limitano a febbre (nelle 24 ore) e alla presenza di essudato tonsillare, più eventualmente linfonodi laterocervicali ipertrofici, l’impiego di antibiotici va evitato; se a questi sintomi si aggiunge purulenza tonsillare, l’uso dell’antibiotico può essere valutato dopo 3-5 giorni di trattamento “tradizionale”; infine, se si registrano anche infiammazione severa delle tonsille, assenza di tosse e febbre persistente sopra i 38°, il trattamento a base di antibiotici può diventare la prima scelta.

«Il messaggio è semplice» commenta nella nota il presidente Mandelli «anche se si ha in casa un antibiotico avanzato da una precedente occasione, assumerlo può essere inutile e, anzi, controproducente, così come non ha senso insistere con il medico o il farmacista per ottenerlo». Al riguardo poi il Nice ricorda alcune evidenze cliniche: gli antibiotici hanno effetti limitati sulla persistenza dei sintomi o sulla loro attenuazione e possono provocare effetti avversi come nausea e diarrea. «E’ proprio dall’impiego scorretto degli antibiotici per condizioni molto diffuse» conclude il presidente della Fofi «che viene alimentato il fenomeno dei cosiddetti superbatteri».