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Consiglio di Stato: audioprotesisti anche in farmacie e supermercati

7 Settembre 2018

Le aziende di apparecchi audioprotesici che dispongono di centri audiologici per la vendita diretta al pubblico in regime di Ssn possono aprire locali di prova in «strutture a uso promiscuo» come farmacie parafarmacie, esercizi sanitari o centri commerciali. Lo scrive il Consiglio di Stato nella sentenza con cui l’8 agosto ha bocciato la dgr 630/2013 della Regione Umbria sui “Requisiti minimi strutturali, organizzativi e di personale necessari per l’iscrizione nell’elenco regionale delle aziende fornitrici di protesi, ortesi e ausili”, che tra le altre cose vieta di «espletare attività di prova, adattamento, consegna degli apparecchi acustici presso strutture in cui si svolgono differenti attività commerciali sanitarie e non sanitarie». La delibera, impugnata da un’azienda del settore, era già stata annullata parzialmente dal Tar nel 2014, con una decisione “appellata” dalla Regione davanti al Consiglio di Stato.

Nella loro sentenza, i giudici amministrativi di secondo grado contestano la tesi regionale che motiva la norma con la necessità di preservare «la riservatezza dei pazienti» e «le prestazioni professionali degli operatori» dal disturbo derivante dal passaggio di pubblico che caratterizza una «struttura commerciale». Piuttosto, la discriminante sulla quale fondare ogni valutazione è quella «dell’interesse concreto della generalità degli utenti»: l’ubicazione di locali di prova adattamento e consegna degli ausili audiologici in «strutture polifunzionali» come «centri sanitari, commerciali, supermercati», scrive il Consiglio di Stato, «appare diretto a facilitare il raggiungimento dei centri da parte dei pazienti, che spesso hanno seri problemi di mobilità sul territorio». In particolare, «consente di approfittare estemporaneamente anche delle possibili occasioni di acceso di familiari e dei conoscenti dei pazienti alle predette strutture. Inoltre, una volta acclarato che tutti i centri debbano avere i necessari requisiti tecnici, non si vede quali particolari fonti di disturbo per gli operatori e quali minacce alla riservatezza dei pazienti vi possano essere».

Vale la pena ricordare che sull’intera questione incide il Dpcm 12 gennaio 2017, che ha riclassificato gli apparecchi audioprotesici tra gli ausili di serie escludendo così per i pazienti l’acquisto diretto in regime di Ssn dai produttori; il decreto, infatti, delega la fornitura di tali apparecchi alle Asl, previo espletamento di procedure d’appalto. Sul provvedimento, tuttavia, pesano alcuni ricorsi e richieste di sospensiva da parte di aziende del settore.