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Croce (Enpaf): i farmacisti disoccupati sono meno dell’1,5% degli iscritti

23 Giugno 2022

Soltanto a Roma, quasi una farmacia su quattro non trova personale laureato per coprire le posizioni scoperte in organico. Lo ha detto ieri il presidente dell’Enpaf, Emilio Croce, alla Commissione parlamentare di controllo sull’attività delle casse private, impegnata nell’indagine conoscitiva sulla funzionalità del sistema previdenziale obbligatorio e complementare. L’obiettivo dell’audizione era quello di puntare la lente sull’Enpaf per valutarne assetto e livello di sostenibilità economica, ma la discussione non poteva evitare il tema del momento, ossia la carenza di farmacisti. «Tanto gli esercizi farmaceutici» ha ricordato Croce nella sua relazione «tanto il settore privato e quello industriale incontrano oggi enormi difficoltà a reperire personale laureato in farmacia».

I dati dell’Enopaf confermano il fenomeno: «Dai nostri archivi» ha continuato Croce «emerge che al 31 dicembre i disoccupati ammontano all’1,5% del totale degli iscritti, ma oggi la percentuale si è certamente ridotta». Secondo il bilancio 2021, in particolare, sono 1.896 i farmacisti che versano il contributo di solidarietà all’1%, la cifra più bassa da quattro anni a questa parte: erano 2.329 nel 2020, 2.639 l’anno prima e 3.819 nel 2018.

«A Roma» ha detto ancora Croce «ci sono circa 250 farmacie (sulle quasi mille in attività nella provincia, ndr) che cercano disperatamente farmacisti collaboratori e non li trovano». Stesso discorso, ha concluso Croce, per le strutture pubbliche, i cui bandi non riescono a coprire la domanda di personale laureato in farmacia.

Il problema viene confermato dalla ricerca “Il lavoro che c’è, i lavoratori che non ci sono” realizzata dalla Fondazione studi dei consulenti del lavoro e presentata l’altro ieri a Bologna. Farmacisti, biologi e specialisti nelle scienze della vita sono tra i profili sempre più difficili da trovare sul mercato del lavoro, tanto che il 76,1% delle aziende li considera «irreperibili». Seguono i medici con il 63,2% e i tecnici della sanità e dei servizi sociali con il 54,6% dei profili giudicato irreperibile.