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Diritto ereditario, il Consiglio nazionale del notariato lavora a riforma

13 Novembre 2018

Successioni più snelle, ampliamento dei patti di famiglia, donazioni più sicure. Sono gli assi portanti del progetto di riforma del diritto ereditario al quale sta lavorando il Consiglio nazionale del notariato, che ne ha anticipato i contenuti in occasione del suo 53° Congresso nazionale.  annuncia che sta lavorando a un progetto di riforma del diritto ereditario, fondato sull’obiettivo di avere “e successioni più snelle”. Tra gli obiettivi, in particolare, quello di definire procedure più solide per le donazioni di beni immobili: sono ben noti – ricorda il Notariato in una comunicazione – i problemi di circolazione che deve affrontare chi, anche a distanza di tempo, intende alienare un bene di provenienza donativa con il donante ancora in vita. I casi non sono pochi: secondo il rapporto Dati statistici notarili, nel nostro Paese sono state stipulate nel 2017 più di 135.000 donazioni immobiliari.

Il progetto di riforma cui sta lavorando il Consiglio nazionale del notariato, quindi, ritiene ormai maturi i tempi per «una diversa qualificazione del diritto alla legittima quale diritto di credito a una parte del valore del patrimonio ereditario, che può essere soddisfatto con qualsiasi bene anche non ereditario. Tale riforma consentirebbe, tra l’altro, di superare le note difficoltà di negoziazione dei beni di provenienza donativa». Tra gli obiettivi anche il superamento del diritto dei patti successori o almeno di quello rinunciativo: «si ritiene giunto il momento» recita la nota del Consiglio «di consentire ai presunti futuri eredi di rinunciare ai propri diritti almeno su determinati beni di proprietà del proprio ascendente o coniuge, che si ritiene potranno essere oggetto di una futura eredità».

Il progetto di riforma, inoltre, prevede anche un ampliamento dell’ambito di applicazione del patto di famiglia, oggi limitato ad aziende e quote societarie: «va previsto» scrive sempre il Consiglio del notariato «un patto di famiglia “allargato” che consenta, sul piano oggettivo, di dare stabilità ai trasferimenti fatti in vita a favore dei congiunti anche di beni diversi da quelli “produttivi” e, sul piano soggettivo, che vada verso la possibilità di stipulare un patto capace di coinvolgere il patrimonio di entrambi i genitori». Infine, ecco la proposta di istituire il certificato di successione, che darebbe «certezza e stabilità ai trasferimenti e alle procedure ereditarie». Si tratterebbe in sostanza «di un atto notarile nel quale, su richiesta di parte, potrebbero essere contenuti i dati relativi alla devoluzione del patrimonio ereditario, le generalità di ciascun erede e/o legatario e i diritti a lui spettanti, i poteri della persona designata per eseguire le disposizioni testamentarie o per amministrare la successione».