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Medici e farmacisti: farmaci del Pht da limitare «all’essenziale»

4 Settembre 2018

La distribuzione diretta consente di «ottenere risparmi in termini di spesa farmaceutica» ma «può comportare disagi per il paziente o per i familiari e i caregivers». Di conseguenza, risulta consigliabile «limitare all’essenziale» i farmaci del Pht, nonché «migliorare e ottimizzare il sistema della distribuzione diretta e per conto». E’ uno dei passaggi cruciali (per le farmacie, almeno) del Documento programmatico rilasciato ai primi di agosto dal Gruppo di lavoro dell’Aifa su medici di famiglia, pediatri di libera scelta e farmacisti, formato tra gli altri da rappresentanti della Fimmg, Snami e Simg (medicina generale) e della Fofi. Ponderoso e ponderato (più di 160 pagine), il Documento passa analiticamente in rassegna tutti i temi e i nodi irrisolti che riguardano la prescrizione dei farmaci nel setting delle cure primarie: cronicità, aderenza terapeutica, regimi di fornitura dei medicinali, assetto regolatorio, modalità di distribuzione, gestione degli equivalenti, farmacovigilanza, ricerca e studi clinici.

Il risultato è una sorta di manifesto nel quale i protagonisti del territorio – medici, pediatri e farmacisti – mettono sul tavolo proposte e soluzioni per costruire un sistema delle Cure primarie che sappia farsi carico della deospedalizzazione dell’assistenza. Un’evoluzione, fa capire il Documento, che può maturare soltanto se l’innovazione farmaceutica torna stabilmente nel recinto della prescrizione del medico di famiglia e della distribuzione in farmacia. «A oggi» ricorda la relazione del Gruppo di lavoro «la dispensazione dei medicinali innovativi è affidata alle farmacie ospedaliere in distribuzione diretta e, in piccola quota, tramite distribuzione per conto. A esclusione dei farmaci che necessitano di una somministrazione in ambiente protetto (antitumorali eccetera), è evidente che il sistema potrebbe essere avvantaggiato da una dispensazione presso le farmacie territoriali. Infatti, il rapporto confidenziale e continuo tra paziente e farmacista renderebbe più agevole la raccolta di informazioni utili per la rivalutazione dei farmaci innovativi, garantendo feedback per stabilirne la rimborsabilità».

L’esortazione che arriva dal Documento, dunque, è quella di limitare all’essenziale la lista dei farmaci del Pht e delle specialità sottoposte a Piano terapeutico (avviato dal medico specialista). E «ottimizzare» il sistema diretta-dpc rendendo «la lista dei farmaci in distribuzione per conto sia unica su tutto il territorio nazionale, per non creare disparità tra gli assistiti». In altri termini, l’invito che arriva dai professionisti dell’assistenza territoriale è quello di considerare il problema della spesa farmaceutica e sanitaria sotto una luce del tutto nuova. «La logica che valuta i costi di ogni voce dell’assistenza per compartimenti stagni» spiega a FPress Saffi Ettore Giustini, responsabile area Farmaco della Simg «è vecchia e va superata. Occorre andare verso un sistema in cui a fare da riferimento sono i profili di cura e il governo delle risorse viene deciso e valutato sull’intero percorso. Non è più possibile che si continui a considerare il territorio come la cenerentola dell’assistenza sanitaria, occorre dare fiducia ai medici e ai farmacisti e se c’è un problema di cultura si lavori sulla formazione». L’augurio è che ministro della Salute e nuovi vertici dell’Aifa leggano il documento.