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Obbligo vaccinale, prime sospensioni per gli ooss. In 45mila senza copertura

22 Giugno 2021

Scattano le prime sospensioni per gli operatori sanitari che ancora non si sono vaccinati contro il coronavirus. Secondo i dati pubblicati dal commissariato per l’emergenza covid, sono 45.753 mila gli operatori sanitari «in attesa di prima dose o dose unica» di vaccino, il 2,3% su un totale di 1,9 milioni di addetti. Intanto a due mesi dal decreto che ha introdotto l’obbligo vaccinale per i professionisti della sanità, sono arrivate le prime sospensioni da parte delle Asl. In questo lasso di tempo gli Ordini professionali, gli ospedali e le Rsa hanno fornito e stanno ancora fornendo i nominativi di tutti i medici e gli infermieri delle diverse strutture sanitarie.

In Emilia Romagna sono oltre 14mila gli operatori sanitari che ancora non sono vaccinati, quasi l’8% del totale; segue la Sicilia con 9.214 (6,5%) e poi la Puglia con 9mila, (6,5%). Proprio quest’ultima però è una delle Regioni più attive nel “cercare” i professionisti non ancora immunizzati. A fine maggio a Brindisi 5 dipendenti dell’Azienda sanitaria sono stati sospesi dal lavoro senza stipendio perché hanno rifiutato il vaccino anti-Covid. Ci sono poi i casi di chi, già sanzionato, ha provato a fare ricorso. Pochi giorni fa il giudice del lavoro ha dato ragione alla Rsa Villa Belvedere di Crocetta del Montello (Treviso), dopo che cinque operatori no-vax sospesi dal lavoro avevano fatto ricorso contro il provvedimento.

Non mancano le perplessità: come osserva all’Adnkronos Pietro Giurdanella, presidente dell’Ordine degli infermieri della provincia di Bologna «dalle tabelle dell’ultimo report in alcune Regioni non ci sono operatori sanitari non vaccinati. Mi pare davvero strano visto che alcuni colleghi non possono vaccinarsi per motivi di salute, perché immunodepressi o pazienti ematologici. Per di più, in questi mesi al nostro Ordine sono arrivate diverse segnalazioni di infermieri, liberi professionisti, che hanno avuto difficoltà a vaccinarsi, per esempio chi lavora per l’Inps. Detto questo noi abbiamo sempre ripetuto, senza se e senza ma, che il vaccino va fatto. Indipendentemente dalla legge sull’obbligo, c’è una deontologia che va rispettata. Al momento ancora non ci sono arrivate segnalazioni dalle Asl, ma credo che arriveranno a breve e siamo pronti a intervenire».