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Progetto Adhere presentato a Firenze. Ecco che cosa faranno le farmacie

30 Novembre 2018

Si prepara ad accendere i motori il progetto Adhere, la sperimentazione voluta dall’Asl Toscana Sud Est con l’obiettivo di costruire attorno al paziente cronico una rete multidisciplinare che integri farmacie, medici di famiglia, specialisti e infermieri, per assicurare la continuità della presa in carico e il monitoraggio delle terapie. Ieri la presentazione alla stampa in una conferenza organizzata nella cornice del Forum risk management (in corso a Firenze fino a stasera), presenti il direttore generale dell’Asl toscana, Enrico Desideri, il presidente di Federfarma regionale, Marco Nocentini Mungai, il presidente di Assofarm, Venanzio Gizzi e il coordinatore del comitato scientifico che monitorerà l’attività delle farmacie, Nello Martini. «La sfida della Sanità oggi è rappresentata dalla cronicità» ha ricordato Desideri «in Italia i malati cronici sono 24 milioni e “assorbono” oltre l’80% delle risorse. Con il progetto Adhere costruiamo un sistema di reti cliniche integrate in cui il farmacista, insieme al medico di medicina generale e allo specialista, è parte integrante di una gestione proattiva, prossima, partecipata, personalizzata e attenta alla prevenzione».

Tra gli obiettivi, monitorare e incrementare l’aderenza alla terapia in due aree ad alta inappropriatezza, Bpco e scompenso cardiaco. «L’obiettivo» ha continuato Desideri «è quello di dimostrare che, attraverso il modello delle Reti Cliniche Integrate e Strutturate, che hanno nel farmacista di comunità uno dei protagonisti, aumentiamo rispettivamente del 25% e del 35% la copertura terapeutica». «Si tratta di uno studio multicentrico inteso a valutare in modo scientifico il ruolo del farmacista nel miglioramento dell’aderenza terapeutica» ha aggiunto Andrea Mandelli, presidente Fofi, in un messaggio letto ai giornalisti». «La Sanità italiana spende 11 miliardi l’anno per la mancata aderenza terapeutica dei pazienti cronici» ha ricordato Martini «recenti studi dimostrano che quasi il 50% dei pazienti in trattamento con antidepressivi sospende la cura nei primi tre mesi di terapia e oltre il 70% nei primi 6 mesi». «Il progetto Adhere» ha osservato Marco Nocentini Mungai, presidente di Federfarma Toscana «costituisce un esempio concreto di farmacia che eroga nuove prestazioni di alto valore sociale e sanitario, fa prevenzione e monitoraggio dei pazienti cronici». «Chi meno accede alle terapie» ha detto infine Gizzi «sono proprio le fasce meno abbienti, la valenza scientifica che ne permetterà la messa a sistema e la replicabilità in altre Regioni».

Ma cose prevede in concreto il progetto? Innanzitutto i tempi: l’attività dovrebbe scattare dai primi di gennaio e protrarsi per almeno un anno, anche perché questa è la durata dell’intesa sottoscritta da Federfarma, Urtofar, Fofi e Assofarm, ossia coloro che contribuiscono al finanziamento del progetto (90mila euro). Dovrebbero venire coinvolti circa 2mila pazienti, reclutati in prima battuta dai medici di famiglia e quindi seguiti dalle farmacie indicate dai diretti interessati. Secondo le stime dell’Asl, finiranno per partecipare circa duecento esercizi, che nell’ambito di Adhere assicureranno informazione e consigli sui medicinali e sugli stili di vita, segnaleranno gli effetti indesiderati, assicureranno l’accompagnamento personalizzato del paziente (ossia interverranno d’intesa con il medico per ripristinare i corretti comportamenti dell’assistito), parteciperanno a campagne istituzionali.

L’attività multidisciplinare, come detto, sarà assicurata dalla costituzione di reti cliniche (una per distretto) in cui le farmacie scambieranno dati e informazioni con il medico di famiglia e le altre figure del territorio e dell’ospedale. Occorrerà a tale scopo un’integrazione informativa tra dossier clinico (del medico di medicina generale/pediatra di libera scelta, ma anche dello specialista di riferimento) e piattaforma informativa delle farmacie, alla quale provvederà Promofarma. Il comitato scientifico presieduto da Martini, dal canto suo, assicurerà prima del “go” la formazione dei farmacisti e si preoccuperà di raccogliere i dati dell’attività per elaborare una sintesi dei risultati. Con la speranza che dopo un anno emergano già evidenze incontrovertibili sui risparmi assicurati dall’aderenza terapeutica in farmacia, da “spendere” poi con le Regioni.