professione

Vaccinazione antiflu, via libera al Protocollo. Il nodo dei corsi abilitanti

22 Ottobre 2021

Ottiene il via libera della Conferenza Stato-Regioni il Protocollo d’intesa per la vaccinazione antinfluenzale in farmacia concordato dal ministero della Salute con Federfarma e Assofarm previa concertazione con il Commissario per l’emergenza covid e la Fofi. I contenuti sono quelli della bozza anticipata il 19 ottobre da Quotidiano Sanità, con un’unica importante variazione: sarà possibile vaccinare tutti i soggetti ai quali si rivolge la campagna antinfluenzale Ssn, compresi minorenni e pazienti a rischio di reazioni allergiche, inizialmente esclusi dalla somministrazione in farmacia.

Confermate, invece, tutte le altre disposizioni, a partire dal compenso per l’inoculazione (6,16 euro, che si tratti di vaccinazione in regime rimborsato o in regime privato, cioè con il vaccino acquistato di tasca propria dal paziente) e dai requisiti strutturali: accettazione, somministrazione e monitoraggio post-vaccinale andranno organizzate in tre aree distinte «oppure in un unico locale, purché sia garantita la separazione degli spazi e il rispetto del distanziamento». E il tutto andrà ospitato all’interno della farmacia, in ambienti separati dagli spazi destinati all’accoglienza dei clienti e opportunamente arieggiati, oppure in un’area esterna predisposta.

Faranno invece discutere le disposizioni del Protocollo relative alla formazione dei farmacisti: l’intesa, infatti, affida all’Istituto superiore di sanità l’organizzazione di uno «specifico corso» abilitante, ai sensi dell’articolo 5, comma 4bis, del decreto legge 105/2021 sul green pass. Si tratta dunque di un evento formativo a se stante, del tutto diverso dai Fad frequentati dai farmacisti per vaccinare contro covid. Il Protocollo, tuttavia, avverte che per partecipare a quest’ultimo occorre avere prima superato «i corsi Iss 174F20 e 177F21», ossia i due Fad già citati: il corso per la «somministrazione in sicurezza del vaccino anti Sars-Cov-2» proposto nel dicembre 2020 e il focus di approfondimento lanciato nell’aprile successivo.

Il primo, in particolare, rimarrà aperto fino al 15 dicembre prossimo (con iscrizioni entro il 10) per consentirne la frequenza ai farmacisti che ancora non l’hanno frequentato e vogliono vaccinare contro l’influenza. Proprio così: il Protocollo obbliga i farmacisti che vogliono vaccinare contro l’influenza ad completare non solo il corso che l’Istituto superiore di sanità organizzerà allo scopo, ma anche quelli già proposti per la vaccinazione covid. Quindi, chi oggi non somministra i vaccini covid ma vorrà partecipare alla campagna antiflu si dovrà fare tre Fad uno dopo l’altro.

Se non altro il tempo c’è: perché il Protocollo divenga operativo e le farmacie comincino a inoculare, infatti, occorre non solo che i farmacisti siano abilitati, ma anche che ogni Regione recepisca l’intesa tramite accordi con le rappresentanze locali delle farmacie.

«Sono davvero soddisfatto che la proposta che avevo portato davanti alla Commissione salute della Conferenza delle regioni sia stata approvata. I cittadini senza patologie potranno acquistare il vaccino antinfluenzale in farmacia e farselo somministrare dal farmacista stesso». E’ il commento con cui Raffaele Donini, coordinatore degli assessori alla Salute, accoglie il via libera concesso ieri dalla Conferenza Stato-Regioni al protocollo sulla vaccinazione in farmacia. «Per il nostro Paese» continua Donini «si tratta di una vera e propria rivoluzione, fortemente voluta dalle Regioni, che va nella direzione della cosiddetta “farmacia dei servizi”. Un tassello in più per la composizione di una nuova sanità del territorio, di prossimità, obiettivo a cui tendiamo con tutte le nostre energie e che lo stesso Pnrr mette a fuoco come risultato atteso».

Soddisfazione anche dalla Fofi. «L’approvazione in Conferenza Stato-Regioni del protocollo per la somministrazione dei vaccini antinfluenzali da parte dei farmacisti» recita una nota diffusa ieri «è il raggiungimento di un importante traguardo che li accomuna ai colleghi di Francia, Gran Bretagna, Irlanda e di altri paesi. Siamo di fronte a un ulteriore riconoscimento della professionalità dei farmacisti italiani e del loro impegno tanto nell’assistenza ai cittadini quanto nell’evoluzione del loro ruolo professionale».