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Pharmaceutical care, incognita tempi per il piano di Federfarma

16 Maggio 2018

Si fanno un po’ più nitidi i piani di Federfarma sulla pharmaceutical care, la “gamba” professionale del progetto Rete delle reti lanciato dalla Federazione quasi un anno fa (era l’estate 2017). Le linee portanti sono quelle svelate ai delegati territoriali del sindacato nella seduta del Consiglio delle Regioni di giovedì 10 maggio: la priorità, come aveva già anticipato FPress in un articolo del 24 aprile, rimane quella di fornire alle farmacie una piattaforma informatica per fare aderenza terapeutica, il servizio che prevedibilmente verrà più richiesto dalle Regioni nell’ambito della sperimentazione sulla farmacia dei servizi messa in piedi dalla Legge di Bilancio. E che fa da fulcro del progetto toscano Adere, sul quale nei giorni scorsi Federfarma e Assofarm hanno deciso di investire di tasca propria nella speranza di ricavare dati da spendere poi al tavolo con la Sisac sul rinnovo della convenzione.

Di qui i piani della Federazione: la piattaforma che consentirà alle farmacie di fare aderenza terapeutica (e quindi registrare prescrizioni e consumi, così come condividere i dati) nascerà dall’integrazione di Dottorfarma, l’applicazione di Promofarma per la pharmaceutical care, e Sec, la piattaforma creata da Federfarmaco per tracciare i consumi dei clienti che utilizzano l’omonima carta fedeltà (utilizzata da 400 farmacie). A governare il sistema sarà una newco, cioè un nuovo soggetto societario cui spetterà anche gestire la parte commerciale del progetto. I dati che nel tempo verranno raccolti dalle farmacie con il monitoraggio dell’aderenza, infatti, sono un tesoro di grande valore per industrie, società di ricerche e operatori della sanità privata. Non solo: le stesse industrie così come gli operatori della sanità privata troveranno conveniente rivolgersi alla newco per reclutare farmacie con le quali attuare programmi di monitoraggio dell’aderenza terapeutica, allo scopo di valutare la facilità d’uso di un farmaco appena immesso sul mercato (se il commettinte è un produttore) oppure il tasso di inappropriatezza di un certo programma assicurativo (nel caso della sanità privata). I proventi che intascherà la newco serviranno a remunerare le farmacie reclutate e coprire i costi di gestione.

Sulla carta è tutto molto interessante, nella realtà invece i piani di Federfarma devono fare i conti con diverse incognite. E le più importanti riguardano le piattaforme: da un punto di vista tecnico l’integrazione tra Dottorfarma e Sec non dovrebbe richiedere eccessivo lavoro perché i due sistemi sono complementari; il problema però è che Dottorfarma ancora non è operativo: venne lanciato nel 2016 per supportare i progetti del sindacato in tema di farmacia dei servizi, ma poi l’attenzione si concentrò su altri progetti e così tutto è fermo da più di un anno. Il tempo è dunque l’incognita che grava su tutto il piano di Federfarma per la pharmaceutical care: il progetto Adere è ormai prossimo al countdown e senza piattaforma le farmacie rischiano di essere relegate a un ruolo secondario (nei giorni scorsi il coordinatore scientifico, Nello Martini, ha messo la Federazione davanti a un aut aut: o il sindacato sale subito sul carro, oppure l’attività parte anche senza di lui). Poi c’è la sperimentazione nazionale sulla farmacia dei servizi, nelle nove Regioni individuate dal ministero della Salute e in quelle che vorranno aggiungersi. Il calendario rimane avvolto nel mistero, ma anche qui l’obiettivo è quello di farsi trovare per tempo con la piattaforma già pienamente operativa.